Nightguide intervista gli Psicosi di Massa

Nightguide intervista gli Psicosi di Massa


E' da poco uscito il loro primo Ep, ''Sentimenti Estremi'' e gli Psicosi di Massa giungono come un folata di vento in un panorama indipendente oggi fin troppo pacato, per i nostri gusti,
Riunendo diversi musicisti della scena romana grazie ad un'idea di Aldo Vallarelli e Renato Micelli (già chitarra e basso dei S.U.F.I.), alternative band capitolina attiva da una decina d'anni nella scena rock, vede affiancare loro i fratelli AudinoAndrea “Dandy” (già voce degli Element of Chaos) e Pierpaolo “Spigola” (già batterista dei Carryage) e, al synth Andrea Fiaschetti.
Gli Psicosi di Massa hanno scelto di concentrarsi su tematiche sociali, sia nei testi che nel nome, per poter identificare e sviluppare musicalmente un disagio collettivo attuale.Il tutto su sonorità Post Punk, New Wave, Dark Wave e Rock.
Nightguide li ha intervistati per voi.
 
Chi sono gli Psicosi di Massa?
(Andrea Audino)
Psicosi di Massa è una band post punk e new wave italiana, nata da poco più di un anno, e composta da cinque musicisti di Roma presenti già con altri progetti sulla scena musicale capitolina e provenienti da varie esperienze musicali.
Pierpaolo alla batteria, Renato al basso e i cori, Aldo alla chitarra e cori, Andrea ai synth e Io (Andy) alla voce.
 
Siete di Roma: che ne pensate della scena musicale locale?
(Andrea Audino)
La scena musicale romana purtroppo è in una fase di stallo, e lo vediamo in tutti i generi musicali.
A meno che non arrivi in città l'artista famoso, i concerti sono sempre meno popolati da persone che non siano essi stessi musicisti e, cosa da non sottovalutare, i locali a disposizione per suonare sono molto pochi rispetto a quelli che chiudono - o meglio, che vengono fatti chiudere.
Ad aggiungere un brutto carico ad una situazione già così appesantita c'è la quasi totale assenza di solidarietà tra i vari musicisti in favore di una realtà, concedetemi il termine, quasi “mafiosa”: si suona solo “se conosci o sei amico di”.
Tenendo presente che siamo attivi davvero da pochissimo, abbiamo avuto la fortuna di suonare molto dal vivo anche fuori Roma, ma come tante altre band di amici stiamo cercando una soluzione a questa apatia facendo fronte comune.
La speranza è che nel tempo qualcosa possa realmente cambiare per far tornare questa città un vero fulcro sonoro così come lo è stata fino a qualche anno fa, quando il fermento della scena underground non era stereotipato ma vario, vivo e pulsante.
 
Perché scegliere questo nome e optare per le tematiche del sociale?
(Andrea Audino)
Il nome descrive bene il clima sociale in cui viviamo e nella mia "poesia" parlo di un vissuto personale o di un qualcosa che mi ha colpito, e cerco di descriverlo.
Di norma i miei testi partono proprio da una poesia in alcuni casi già scritta, in altri scritta invece al momento.
È per questo motivo che il passo è stato naturale sia nella scelta del nome che nelle tematiche sociali: scrivere di un qualcosa che non ci appartiene renderebbe il tutto meno godibile e meno naturale.
Tra l'altro, il punk per antonomasia da sempre esprime un grande disagio e parte da lì.
 
Renato Micelli è già chitarra e basso dei S.U.F.I.: come si connettono/differenziano i due progetti?
(Renato Micelli)
Sono due progetti completamente diversi tra loro.
I S.U.F.I. hanno sempre preferito sonorità più hard e basate molto sulla tecnica, mentre Psicosi di Massa è un progetto che predilige l'immediatezza più brutale mista a sonorità new wave e punk.
 
 
Stesso discorso per i fratelli Audino, Andrea “Dandy” (già voce degli Element of Chaos) e Pierpaolo “Spigola” (già batterista dei Carryage).
(Pierpaolo Audino)
Personalmente essere impegnato in più progetti per me è fondamentale.
Cerco sempre di sottoporre il mio drumming ad una continua evoluzione attingendo da più generi possibili per poter dare il meglio dietro le pelli.
Il “menare in stile fabbro” e l'indole punk hanno sempre fatto parte di me, ed infatti suonare con gli Psicosi Di Massa non vincola il mio drumming in nessun modo, anzi: mi permette di esprimermi liberamente.
Nonostante sia il genere che suono meglio e con più passione il mio obbiettivo è comunque quello di essere un batterista, o magari un musicista, a tutto tondo.
Non a caso uno dei nostri brani - non inserito nell'Ep ma proposto nei live - inizia con un intro swing per poi tornare al "tu tu pa" più incazzato di sempre.
Ogni progetto ne alimenta e ne fortifica un altro: adoro suonare ogni cosa!
 
Al synth troviamo Andrea Fiaschetti, già artista nella fotografia; che tipo di sensazioni provi nel salire sul palco con una band così esplosiva?
(Andrea Fiaschetti)
Per me è stata un'esperienza nuova. Malgrado sin da bambino mi sia innamorato della musica, studiando pianoforte classico, non mi ero mai avventurato in una situazione di “band” vera, ma solo in piccole cose da ragazzi. La passione per la musica è sempre rimasta, l'ho solo trasportata dietro ad un obiettivo per scattare foto ai concerti e la gestione, insieme ad altre persone, di una webzine musicale. Grazie alla webzine è avvenuto l'incontro con Renato ed Aldo, durante un concerto della loro band - i S.U.F.I. Da lì è nato pian piano un rapporto di amicizia, e sono stati proprio loro ad avermi spinto a riprendere in mano uno strumento e farmi mettere in gioco alla mia veneranda età. Naturalmente la sensazione “sul” palco è tutt'altra cosa dal “sottopalco”, anche perchè, diciamoci la verità, era un pò il sogno rimasto nel cassetto del ragazzino che studiava musica.
 
Ci raccontereste la genesi di "Razza Umana"?
(Andrea Audino)
'La razza umana' era già in cantiere quando sono arrivato nella band: c'era il titolo, la linea «certo c'è qualcosa che non va» e tutta la parte strumentale.
Di li il lavoro è stato breve e conciso, con un testo che avevo in un cassetto da ormai più di dieci anni, il parlato che tutti conoscono.
 
Sul palco date il meglio di voi. Ma c'è uno stage dei vostri sogni?
(Aldo Vallarelli)
Credo di parlare a nome di tutti quando dico che il nostro sogno sarebbe stato quello di calcare il palco del CBGB, famoso locale punk della capitale (https://www.facebook.com/cbgbroma/).
Purtroppo il locale non esiste più e temo che il sogno resterà tale.
Parlando invece di realtà attuali personalmente darei un braccio per partecipare al Lollapalooza.
 
E la collaborazione dei vostri sogni?
(Aldo Vallarelli)
Personalmente non ho dubbi: Trent Reznor.
Se invece parliamo di produttori, anche qui una certezza: Steve Albini tutta la vita!
 
Il pezzo di cui avreste desiderato essere gli autori?
(Andrea Audino)
Sicuramente all'unanimità potremmo dirti proprio tutto il primo disco dei Killing Joke! Ma se dovessimo scegliere, la prima traccia del suddetto album, 'Requiem'.
 
Il vostro primo Ep contiene pezzi interessanti. Quanto è durata la loro gestazione?
(Aldo Vallarelli)
“Sentimenti Estremi” è una sorta di instant disc, mediando una terminologia che si applica ai libri.
È stato realizzato in due giorni con una tecnica sostanzialmente live: i suoni sono scarni, diretti, non ci sono sovraincisioni o ausili elettronici.
Volevamo l'immediatezza e quelle sporcature sonore tipiche del genere.
Mi piace pensare a questo Ep come allo schizzo su tela di un pittore, una bozza per fissare su traccia un'idea volutamente incompleta nella forma ma non nella sostanza.
 
E l'artwork di copertina?
(Andrea Audino)
La scelta della cover è partita da un'idea di Aldo.
Alcuni dei nostri album preferiti hanno come copertina il quadro di un artista, elemento che qualifica l'album, oltre che nella musica, nell'arte in generale, dando un fisicità ad un qualcosa che di fisico ha ben poco.
Un caro amico di Aldo, Michele Di Tonno, è un pittore: abbiamo dato a lui la priorità, cercando tra le sue opere qualcosa che a colpo d'occhio incarnasse l'anima dell'Ep.
Potevamo non trovare nulla, non era così scontata una collaborazione: ogni artista ha una sua forma espressiva che non è detto né che piaccia a tutti né che sia affine ad altre arti.
Invece, appena abbiamo visto il suo “Donna Blu” abbiamo capito che non poteva esserci altro che identificasse “Sentimenti Estremi”: Michele Di Tonno è stata la scelta giusta.
La grafica con la Polaroid e l'integrazione del quadro all'interno di una copertina bianca, in netto contrasto con la cupezza e la solitudine espressa dal dipinto, è stata una scelta grafica di Emanuela Vh. Bonetti, che ha curato l'artwork e ha realizzato le foto promozionali dell'Ep.
 
Ci vedremo live quest'estate?
(Renato Micelli)
Sicuramente l'estate ci vedrà protagonisti in alcuni festival all'aria aperta, situazione più consona alle nostre sonorità estremamente robuste.
 
E i futuri progetti? C'è già qualcosa in lavorazione?
(Renato Micelli)
Tra i progetti futuri è già in programma la registrazione di Lp con l'ausilio di un'etichetta alle spalle, ma per scaramanzia al momento preferiamo non divulgare troppi dettagli.
Per ora l'invito è quello di ascoltare l'Ep, “Sentimenti Estremi”, che a detta di molti addetti ai lavori è stato un biglietto di presentazione con i contro fiocchi: ne siamo onorati.
Abbiamo ricevuto molte parole di stima per questo esordio, e sentire il supporto non solo di amici e parenti ma, soprattutto, di persone che non ci conoscono e ci seguono nei live è davvero il riconoscimento più grande che si possa desiderare. 
 
Seguiteli sui sociali:
http://psicosidimassa.tumblr.com/
https://www.facebook.com/psicosidimassa/?fref=ts
http://www.bandsintown.com/track/Psicosi%20di%20Massa?came_from=69
https://open.spotify.com/artist/2Y7L1f7DLmOw9r7XcuUdn7
 
A cura di Leslie Fadlon

interviste, new rockers, psicosi di massa, sentimenti estremi ep

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