Intervista a Monica Brogi, autrice dell’opera “Hoshana

Intervista a Monica Brogi, autrice dell’opera “Hoshana

Monica Brogi è nata a Firenze nel 1971, dove attualmente vive ed esercita le professioni di psicologa, psicoterapeuta e psicodrammatista. Pubblica nel 2017 “Exuvia” e nel 2019 “Nemesi” e “Creature di cristallo”. Alla sua ultima fatica letteraria, “Hoshana” (2024), è abbinata la pubblicazione dell'operetta poetico-sapienziale “Genealogia dei resti” (2024).
«Ci presenti il tuo romanzo distopico “Hoshana”?»
L'opera “Hoshana” è una storia di fede; una fede che si manifesta nella sua azione.
I protagonisti del romanzo, con un grandioso atto di credo e di coraggio, nel rispetto della vita degli esseri, si adoperano verso il passo della salvezza. Comprendono che l'essere umano può essere custodito quando si assume la responsabilità di testimoniare.
«Il termine “Hoshana” proviene dall'ebraico e significa “salvaci”. Quali sono i motivi dietro alla scelta di intitolare la tua opera con questa specifica parola?»
Il primo titolo che avevo dato all'opera era “Mors tua, vita mea”.
Ho scelto di modificarlo per evitare di mettere in luce solo l'aspetto legato all'impotenza e alla tristezza. Pertanto, con il nuovo titolo “Hoshana” ho voluto destare l'aspetto riparativo legato alla dimensione della salvezza, attribuendo alle fondamenta dell'opera l'impronta di un ente immane a cui poter chiedere umilmente aiuto.
«Dimitri e Druido sono gli intensi protagonisti della storia narrata. La figura di Druido, in particolare, è davvero molto affascinante; dalla tua opera: “Il suo sguardo era poetico e denso di gratitudine; Druido onorava la sacralità dell'universo”. Vuoi raccontarci come hai gestito la caratterizzazione di un personaggio tanto complesso e sfaccettato? Quali sono state le tue fonti di ispirazione per delineare la sua figura?»
Grazie, sono molto contenta che tu sia rimasto affascinato dalla figura di Druido; sì, Druido è veramente un personaggio complesso e sfaccettato.
Per dargli forma e vita ho dovuto far leva sulla mia parte eclettica, proteiforme, sfaccettata. Mi è piaciuto molto disegnarlo in ogni sua sfumatura.
È stata una grande impresa fare i conti con molte parti di me.
Ma... si sa, ogni autore deve far leva sugli archetipi che agiscono nel proprio essere e deve fare i conti con le proprie luci e le proprie ombre.
Adoro anche io Druido, sempre meravigliato e grato dei doni dell'universo.
«Dalle parole di Dimitri: “Aspiro a diventare un uomo, garante dei miei atti; maschio. Depongo la corazza dell'omertà per sprigionare i suoni doppi, i dittonghi del mio temperamento, ed essere pronto al sofisticato assalto dell'ordinanza. Una corrente faradica, che alterna basse e alte intensità per la mia ipotonia e per i miei muscoli parzialmente denervati, depotenzia la cagionevolezza del mio corpo e consolida la robustezza dei miei propositi: portare alla luce il Crimine contro l'umanità”. “Hoshana” è una toccante storia d'amicizia ma è soprattutto il racconto di un coraggioso atto di volontà. Quali messaggi hai voluto veicolare attraverso la tua opera?»
La mia opera vuole dare il suo contributo per riflettere sul tema della verità. La verità esiste o non esiste? La verità in “Hoshana” è la verità pirandelliana, quel gioco fatto di illusioni che si scompone in una miriade di pezzi, quanti sono gli esseri pensanti.
E, ancor più crudele, si vede in “Hoshana” la rapidità con cui queste schegge impazzite di verità si muovono velocemente (come il maestro Fabrizio De André scrive in bocca a Rosa: “Ma una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall'arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”) torturando la vita della gente.
«Vuoi condividere una citazione dal tuo romanzo che ti sta particolarmente a cuore e commentarla per noi?»
“Lorsignori sono troppo potenti, sono invischiati dappertutto: sono negli ospedali, nei centri di accoglienza, nella politica, nei governi, tra la gente del Paese... dei Paesi. Sono come un'immensa piovra con tentacoli in ogni dove. Sono infinite reti micorrize, fili fungini collegati in ogni parte del globo e che stanno perpetuando il Crimine contro l'Umanità. Mors tua, vita mea
Lascerei la frase senza commentarla poiché credo si commenti da sola.
Però, nel rispetto della tua domanda, ti confermo che io credo esista la potenza del male. Per grazia di Dio, credo anche che esista la potenza del bene.
Questo per dire che il bene e il male esistono e niente possiamo fare se non prenderci confidenza, riconoscerli, farli nostri e, come recita una famosa preghiera, avere la saggezza di riconoscerne la differenza, avere la serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare e il coraggio di cambiare le cose che possiamo cambiare.
«Dalla tua biografia emerge che, oltre ad essere una psicologa e psicoterapeuta, sei anche una psicodrammatista. Vuoi spiegarci in cosa consiste questa figura, e qual è il suo campo d'azione?»
Adoro lo psicodramma. Lo psicodramma non significa altro che psiche in azione. Fare psicodramma ha  il significato di azione; attraverso lo psicodramma l'anima, le emozioni, la psiche, sono canalizzate non soltanto nelle parole (la nostra comunicazione è fatta dal verbale solo al 7 per cento) ma soprattutto attraverso gesti, azioni, relazioni, comunicazione non verbale, paraverbale, ecc... Lo psicodramma è la disciplina dove l'essere umano si può esprimere su più livelli, e con le sue forme per imparare ad essere un po' Druido, sfaccettato, proteiforme, eclettico e ad usare più registri. Come i cantanti, insomma... immaginiamo la situazione in cui i cantanti usassero solo il falsetto, risulterebbe tutto troppo stridulo.
«Il distopico “Hoshana” è intimamente legato all'operetta “Genealogia dei resti”, scritta a quattro mani con tuo figlio Tobia Zoppello: un dono poetico-filosofico all'umanità. Quali sono gli elementi di collegamento tra i due testi? È importante leggere prima “Genealogia dei resti” per comprendere nel profondo “Hoshana”?»
Sì, abbiamo scritto insieme questa piccola grande opera. Sono molto contenta di averla scritta con mio figlio. È stato un dono anche per me, dato e ricevuto. Gli elementi di collegamento sono i demoni e le virtù dell'essere umano: dall'accidia alla fortezza, dalla superbia di Lucifero all'umiltà, dall'avidità di Mammona alla generosità, dall'invidia del Leviatano alla carità. Non so consigliare se leggere prima l'uno o l'altro. Forse sarebbe meglio iniziare da “Hoshana” ma tenere in borsetta la piccola silloge poetica per riscaldarsi pian piano, con piccole letture,  alla vibrazione di Druido, unico scrittore dell'opera.
Contatti
https://www.romanzidimonicabrogi.it/
https://www.artepoeticadellerelazioniumane.com/
https://libroterapiamonicabrogi.it/
https://www.instagram.com/monica_brogi_scrittrice/
 

brogi, libri, poesia

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