SANREMO 2016 - NIGHTGUIDE INTERVISTA IRAMA

SANREMO 2016 - NIGHTGUIDE INTERVISTA IRAMA

Arriva la seconda intervista di Nightguide per scoprire le giovani proposte di Sanremo 2016.
Stavolta è il turno di Irama, nome d'arte di Filippo Maria Fanti che si presenterà con il brano "Cosa Restera'" scritto da lui insieme a Giulio Nenna che ne ha curato musiche e arrangiamenti.
Filippo è giovanissimo ma sicuro di sè e dalle idee chiare. Non gli piace molto raccontarsi e ci è sembrato che voglia più lasciar parlare i fatti.
Leggete un po' cosa ci ha raccontato.

NG. Parliamo un po' di te visto che sei una delle nuove proposte di Sanremo, dicci chi è Filippo Maria Fanti in arte Irama. Quanti anni hai?
Ir. Io ne ho 20 compiuti da poco. Faccio musica da quando avevo 7 anni, la mia prima canzone l'ho scritto quando ne avevo 7 ma l'ho stracciata perché non mi piaceva, non ricordo neanche il motivo. Poi pian piano ho ripreso avvicinandomi al mondo dell'hip hop, perché io comunque ho un background molto cantautorale soprattutto cantautorato italiano. I miei idoli sono stati sempre De Andrè e Guccini.
Poi mi sono avvicinato al mondo dell'hip hop, con le prime crew a far freestlye. Ognuno raccontava la sua e piano piano ho trovato la mia identità unendo questi due mondi quello del cantautorato e quello del rap con ritornelli con melodie molto pop anche molto cantate.

NG. Infatti, ho ascoltato. La canzone ha quel parlato molto veloce e prosato che ricorda molto il cantautorato di un certo tipo ma con inflessioni rap. Come nasce questo brano, raccontaci un po'. Mi sembra leggermente autobiografico.
Ir. Nasce in un momento un po' difficile, ero molto turbato e con un peso sullo stomaco. La canzone però non è fatta solo di questo peso, si intreccia con una storia d'amore anch'essa turbata. Diciamo che era un momento molto incasinato della mia vita, poi son sempre dell'idea che le canzoni non debbano esser spiegate, ma ascoltate e interpretate personalmente. Ogni persona la deve far propria interpretandola a suo piacimento.

NG. Infatti le interpretazioni danno lavoro ai critici. Io ho riscontrato in certe strofe un ragazzo che ha molta paura nel fidarsi delle persone e un'altra parte opposta, più sensibile che vorrebbe fidarsi pur avendo paura di farlo.
Ir. E' molto influenzabile come scelta quando tu ti senti in un modo poi riscontri nelle canzoni quelle determinate sensazioni, ed è giusto farlo.

NG. Sei ancora molto ermetico sul tuo significato della canzone. Per te è il primo palco grosso o hai avuto altre esperienze?
Ir. Posso essere ermetico anche in questo?

NG. Visto che anche molti big capitolano a Sanremo, uno di vent'anni come si prepara a salire su quel palco così importante?
Ir. La paura? Guarda, sarei un ipocrita se ti dicessi che non mi fa paura, però a dirti la verità sto molto peggio sotto il palco rispetto a quando sto sopra. Sono un po' egocentrico, quando sto sul palco sto bene, è lì dove dai il massimo ed esprimi tutto te stesso dove provi a dare tutte le tue verità. Ed è un onore per me salire su quel palco e non vedo l'ora di salire e perché no provare a trasmettere qualcosa alle persone.

NG. Siccome non so come funziona, voi artisti siete già saliti su quel palco? Quando ci andrete la prima volta?
Ir. All'Ariston a metà Febbraio, ci siamo passati solo da fuori.

NG. Mi hai detto chi ti ha ispirato dal punto di vista del cantautorato, invece dal punto di vista rap?
Ir. Non c'è uno in particolare, perché mi piace tutta la scena rap anche quella italiana. Li rispetto tantissimo ma comunque cerco di fare una cosa mia, una cosa che sento mia. Non mi piace far nomi, lo trovo sempre sgarbato dal mio punto di vista.

NG. E con la musica straniera?
Ir. L'unico che amo davvero tanto è Stromae, lo trovo un genio.

NG. Ah non me lo aspettavo, è un artista che non lo inquadri facilmente e non lo puoi catalogare.
Ir. Lui è fantastico, lui è riuscito a rendere una musica tradizionale, internazionale con una freschezza senza scimmiottare nessuno. Questo è importante per un artista portare la propria verità, il proprio estro creativo senza copiare qualcuno ed è fondamentale per la musica perché senza questo morirebbe e non si potrebbe rinnovare.

NG. E' spettacolare, lui è geniale. Anche a livello visivo nelle performance. Adesso vedremo cosa farai nei tuoi video. Non mi pare di averne visti, vero?
Ir. No, non ne ho. Proprio in questi giorni girerò il primo video. Ho concordato il copione con il regista, che poi vedrete chi è, un bravissimo regista. Proprio come nella musica, dove non voglio che qualcuno mi dica cosa scrivere, io non devo dire ad altri che cosa scrivere, la stessa cosa per un regista non devi imporre o mettere paletti alla sua creatività. Devi riuscire a creare con lui, creare qualcosa di nuovo insieme il fondersi di due arti. Non puoi andar lì e richiedere cose, è come un tatuaggio, non è che vai dal tatuatore e gli chiedi fammi questo. Vai lì e crei qualcosa di nuovo insieme.

NG. Hai conquistato molti punti perché hai citato due cose a me molto vicine. La prima quella dei tatuaggi perché io vado e mi metto nelle mani del tatuatore come una tela bianca e l'altra dal punto di vista artistico non faccio video, ma foto e mi piace sperimentare. Ascoltare la musica e vedere cosa mi ispira, poi se ci si trova bene se no passi avanti.
Ir. Infatti bisogna sempre creare insieme e mai obbligare, poi ognuno ha le proprie convinzioni questa è la mia.

NG. Nel prossimo futuro, quando diventerai famoso se ti mettessi davanti un catalogo dei cantanti con chi ti piacerebbe fare un featuring?
Ir. Stromae.

NG. Ho letto il significato del tuo nome, però non c'è scritto da nessuna parte da dove è arrivato.
Ir. Malese, è qualcosa che mi appartiene da piccolissimo e non te lo dirò mai da dove è arrivato.

NG. Domanda di rito, immagina di essere in un negozio di dischi fornitissimo e aver a disposizione dei soldi per l'acquisto di 3 cd, quali sceglieresti?
Ir. Bella domanda, non lo so, ci devo pensare. Probabilmente mi rinchiuderei per 9 anni finché non li ho ascoltati tutti e poi decido. Non lo so, forse dalla copertina, i tre di cui mi piace di più la copertina. A me piace moltissimo Wilde, dice che è superficiale chi non giudica dall'apparenza ed è una cosa verissima. Un controsenso però è vero, tu mi stai fornendo un qualcosa di visivo e che mi deve colpire.

Intervista a cura di Luigi Rizzo

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